Martedì 1 ottobre un nuovo appuntamento con gli amanti dell'orto. Metteremo a dimora nuove piantine per l'inverno occupando un nuovo quadrante dell'orto a quadretti di comunità. Vi aspettiamo numerosi, alle 16,30.
L'associazione Link, al fine di reperire risorse per la creazione e il mantenimento di un orto di comunità all’interno dell’Agorateca - la nuova biblioteca di comunità creata all’interno dell'istituto comprensivo Tommaso Fiore grazie ad un finanziamento della Regione Puglia, partecipa ad al bando No Planet B, bando della Fondazione punto.sud che finanzia progetti sul tema della sostenibilità.
Proseguono le attività dell'orto dell'Agorateca con due appuntamenti settimanali aperti a chiunque voglia partecipare alla creazione dell'orto autunnale per imparare e contribuire a questo progetto. L'appuntamento è per ogni martedì e venerdì dalle 16,30 alle 18,30.
Partono le arrività dell'orto dell'Agorateca con tre incontri introduttivi. L'orto di comunità è aperto a tutti gli abitanti del quartiere Carpentino e vuole rappresentare un punto di incontro, di scambio e di socializzazione tra i cittadini. - Variazione date
L’invecchiamento attivo è un concetto ampiamente discusso e iniziative in questo campo sono in atto da decenni; ha preso forma già con il primo piano d’azione internazionale sull’invecchiamento, siglato dall’ONU nel 1982 a Vienna, nel 1999 è stato proclamato l’Anno internazionale degli anziani con lo slogan “l’invecchiamento attivo fa la differenza”. La definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è: “L’invecchiamento attivo è un processo per ottimizzare le opportunità per la salute, la partecipazione e la sicurezza al fine di migliorare la qualità di vita delle persone”. Salute, partecipazione e sicurezza sono dunque, i tre pilastri dell’invecchiamento attivo.
L’obiettivo è quello di favorire il passaggio da politiche basate sui bisogni delle persone più anziane, considerate come soggetti passivi, a politiche che riconoscono a ogni persona il diritto e la responsabilità di avere un ruolo attivo e partecipare alla vita della comunità in ogni fase della vita, inclusa l’età anziana. L’attenzione è di grande interesse e l’anziano inteso come risorsa è indubbiamente un’enunciazione condivisibile ma, se non accompagnata da misure appropriate, rischia di restare uno slogan.
L’orto nella nostra idea deve diventare uno strumento attraverso il quale promuovere il concetto di invecchiamento attivo e di incontro fra le generazioni.
Gli anziani del quartiere saranno i protagonisti attivi della coltivazione dell’orto trasmettendo ai più giovani il loro sapere e trovando così una occasione per riempire le proprie giornate troppo spesso piene solo di solitudine e noia.
L'orticoltura ed il giardinaggio vengono ormai da anni utilizzati con successo in percorsi di riabilitazione per persone affette da disabilità fisiche o psichiche. È la cosiddetta ortoterapia (hort-therapy), sperimentata da decenni nel nord Europa ed in America e che si sta affermando anche da noi.
Con degli accorgimenti, è possibile rendere fruibile lo spazio dell'orto anche a chi ha problemi di movimento: l'orto diventa davvero per tutti. I contenitori per la coltivazione devono essere anche posti su una superficie accessibile, con pavimentazione adeguata, sufficientemente dura e drenante onde evitare cedimenti del terreno. Le aiuole rialzate permettono a chi non può piegarsi di lavorare stando in piedi o seduti. Le persone con disabilità motorie non sono le uniche ad usufruire di uno spazio interattivo all’aperto. Per esempio, la coltivazione di piante aromatiche può facilitare l’utilizzo degli spazi per persone con disabilità psichica o sensoriale.
Gli orti rappresentano un'opportunità per far capire, soprattutto ai più giovani, ai bambini, che dal modo in cui si coltiva il cibo dipende il loro futuro; serve ad insegnare che la collaborazione è fondamentale per ottenere dei risultati, e che sono necessari tempo e pazienza.
L'orto quindi acquista una valenza didattica: educazione alla salute e alla sostenibilità ambientale. Naturalmente l'ambito privilegiato per veicolare tali messaggi è la scuola e da qui deriva l'importanza degli orti scolastici. Nel nostro giardino scolastico le dimensioni delle aiuole saranno a "misura" di bambino, e ricorreremo ad aiuole rialzate o contenute da cordoli di legno riciclando insieme ai ragazzi il materiale necessario per la loro costruzione.
Lo spazio dedicato all’orto (circa 200 mq) non sarà molto ampio ma un metodo per coltivare diverse specie orticole in uno spazio molto ristretto esiste. Si chiama «orto a quadretti» e l'ha inventato un agricoltore americano, Mel Bartholomew. È una soluzione adatta ai piccoli giardini, agli appezzamenti delle scuole o di ogni altra struttura che non possiede ampi spazi verdi, è facile da gestire e da far condividere ai bambini.
La parte di progetto relativa all’area esterna merita, a nostro avviso, un’attenzione particolare. L’area del giardino di pertinenza dell’Agorateca, infatti, ha un ruolo cruciale nel processo di apertura alla comunità e nei meccanismi di apprendimento e di consolidamento delle relazioni sociali che si intendono avviare. Il giardino esterno e la serra interna agli ambienti dell’Agorateca svolgono un ruolo di cerniera tra il mondo del sapere prodotto dall’uomo e il patrimonio di conoscenza che è custodito dalla natura. L’Agorateca vuole mettere al centro l’uomo e le sue relazioni, non solo con i suoi simili, partendo dalla cura di sé ( benessere psico-fisico, attività motoria, corretta alimentazione).
Oggi, più della metà dell’umanità vive nelle città. Entro il 2050, circa l’80% della popolazione mondiale, che a quella data si stima raggiungerà i 9 miliardi di persone, vivrà in centri urbani sempre più vasti.
Come soddisfare i bisogni alimentari di tali moltitudini?
La produzione di cibo è sempre stata considerata in termini rurali, in relazione a politiche non interconnesse con la pianificazione territoriale urbana, eppure già oggi in tutto il mondo circa 200 milioni di agricoltori urbani forniscono cibo a 700 milioni di cittadini (fonte: Fao). Trattare le questioni legate al cibo nell’ambito urbano implica realizzare una vera e propria governance alimentare in grado di integrare le molteplici funzioni del cibo in rapporto alle caratteristiche dei luoghi e ai processi sociali e produttivi, così come già si sta facendo in molte aree urbane nell’ambito dell’Urban Food Planning.
Negli ultimi anni si è sviluppata una tendenza che intende cambiare il rapporto tra cittadino, città e verde. La coltivazione in aree urbane ha contagiato sempre più strade, abitazioni e palazzi, sostituendo il grigiore contemporaneo con il verde delle piante. In Europa i primi esempi di orti urbani nacquero in Gran Bretagna, nel distretto di Todmorden, dove alcuni cittadini decisero di mettere a disposizione i prodotti dei loro orti per i concittadini meno abbienti (Food to share). A Berlino, un appezzamento abbandonato di 6.000 mq venne trasformato in orto urbano (Nomadisch Grun); a Parigi sono nati i Jardins Partagés (JPs), giardini collettivi, creati e gestiti da associazioni di quartiere in piccoli appezzamenti di terreno messi a disposizioni dal Comune.
Gli orti urbani sono una affermata realtà anche in Italia. Il Ministero dell'Agricoltura, quello della Salute, le Regioni, i comuni e associazioni come Italia Nostra promuovono e sovvenzionano progetti di orti urbani, sia nelle grandi città (Roma, Milano, Torino), che nei piccoli comuni.
Anche le scuole pubbliche partecipano in maniera attiva a questa piccola rivoluzione: i giardini spesso in disuso o con poca manutenzione si trasformano in piccoli orti.
L’Istituto comprensivo Tommaso Fiore ha un giardino di pertinenza all’edificio scolastico e una parte di esso costeggia gli spazi destinati ad Agorateca ma versa in stato di abbandono.
La riqualificazione di questi spazi permetterà di dotare la Agorateca di uno spazio all’aperto da destinare a progetti didattico ambientale.